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Articolo contenuto in Vol. 99 Anno 2022 --> Fasc. 4

Per una ermeneutica del polittico di Isenheim di Grünewald

Abstract

Within the framework of an aesthetic hermeneutic we offer an interpretation of the altarpiece of Isenheim di Grünewald a work with layers of interpretation regarding religious life and experience, within precise historic, literary, and artistic parameters. The work is viewed as part of a unified project, with its own original semantic in which biblical references converge with various key texts critical to the religious context into which Isenheim was born. Based on a clear knowledge of dogma and on an intense religious sentiment, the work was made momentous by the radicality of its regard for suffering and hope and by its intention to incite spiritual edification aimed at conversion and contemplation. It proposes an interior way to interpret suffering and faith, one which is existential and tragic and that fascinates and touches us even today.


Ut pictura poesis

Dinanzi alle grandi opere d’arte siamo affascinati e giudici come davanti alla vita ed impostiamo il processo che si fa analisi dei dettagli e giudizio di bellezza o mediocrità.[1] Dinanzi al polittico dell’altare di Isenheim[2] di Matthias Gothart Neithart (o Nithart) detto Grünewald[3] il processo si fa ardito. Così poco sappiamo di lui, delle sue scelte, la sua identità è discussa, la sua scelta confessionale, cattolico o protestante, messa in dubbio.[4] Questo non ci esonera dal fare analisi e confronto con altre opere e con il contesto storico.[5]

La forma prediletta da molti pittori del tempo di Grünewald e da Bosch in primis è il trittico. I Trittici di Bosch hanno un unico tema entro cui si moltiplicano le scene.[6] Una scelta che evidenzia la pittura come forma di scrittura, il quadro è un libro e traduce in modo originale il detto rinascimentale “Ut pictura poesis”. Anche il polittico di Grünewald appare come un libro, una stratificazione dell’interpretazione della vita e dell’esperienza religiosa. Una interpretazione originale entro precisi parametri storici in un contesto di letteratura e d’arte religiosa. Di questo libro è possibile fare una lettura non relegabile all’uso liturgico della sequenza delle aperture secondo il calendario delle festività di cui resta arbitraria la determinazione. Si caratterizza come una rappresentazione continuata che, già secondo Reale, appare una rappresentazione ipotattica e non parattattica.[7] Già nell’arte religiosa medioevale vi era la figurazione di eventi biblici o di santi, costruita con le caratteristiche ideogrammatiche di sermoni e, nel primo contesto della riforma, la pittura si articola come una esposizione del testo biblico. Nel contesto luterano matura la tendenza a mettere insieme testo ed immagine e a fare […]

[1] Cfr. C. GUERRIERI, Estetica Ermeneutica, CNx, Roma 2015.

[2] Il polittico era nella chiesa del monastero dei monaci antonini e dei malati che erano lì accolti. Esposto al pubblico nel 1920 a Monaco fu considerato emblematico dello spirito germanico e ne scriveranno Rilke, Mann, Broch, Canetti, Musil. Attualmente è al Museo Unterlinden di Colmar.

[3] Grünewald (Wurzburg 1480 c. – Halle 1528). Cfr. F.- R. MARTIN, Grünewald e la sua arte, in F.-R. MARTIN – M. MENU – S. RAMON, Grünewald; trad. it. da E. Villata, Jaca Book, Milano 2012, pp. 12–35. Diversa proposta biografica in Rieckemberg, condivisa da G. REALE, I misteri di Grünewald e dell’Altare di Isenheim. Una interpretazione storicoermeneutica, Bompiani, Milano 2006, pp. XVII–XXV.

[4] Tra i suoi beni una cassetta con un Nuovo Testamento, prediche di Lutero e I dodici articoli della fede cristiana dei contadini tedeschi.

[5] Cfr. C. GUERRIERI, Tra transitorietà e perennità, in M. DAL BELLO, Grünewald. Horror e visione, Melangoli, Roma 2022.

[6] Bosch dipinge un universo grottesco, con un tono ironico e beffardo. Carnalità e visioni fantastiche si mescolano ai demoni e la condizione umana è rappresentata, nel suo svolgersi nella quotidianeità come insensatezza, articolando una riflessione ermeneutica della condizione umana, Cfr. Trittico del fieno e Trittico delle delizie.

[7] Cfr. G. REALE, I misteri di Grünewald, cit., p. XXVI.



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Pubblicazione Inverno 2022

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